Panigai viene
tuttora considerato un pregevole borgo medievale, per alcune delle
architetture e per i beni culturali dell’epoca che ancora vi sono
custoditi. Il toponimo molto probabilmente deriva da “panico”,
termine che sta ad indicare una pianta graminacea simile al miglio
composta di spighe o anche la spiga stessa del miglio. Evidentemente
l’allusione è al tipo di coltivazioni originariamente presenti
nella zona.
Non per nulla il
sigillo di Falcomario, signore di Panigai, rinvenuto a Concordia nel
‘700, riproduce proprio una spiga di panico. Falcomario ricevette
l’investitura feudale nel 1219, ma non si sa esattamente quando la
nobile famiglia ebbe la giurisdizione di Panigai. Comunque è
presumibile che il castello sul Sile sia stato eretto prima, nel
secolo XII comedifensiva del Patriarcato di Aquileia in lotta coi
trevigiani.
Il primitivo
castello venne distrutto dai turchi nel 1499 e di esso rimangono
poche tracce nei sotterranei del Palazzo rosso (sede di un ramo della
famiglia divisasi nel 1500), ove giungeva originariamente una delle
due propaggini del corpo centrale situato laddove adesso è posta
villa Ovio (sede dell’altro ramo della famiglia, e dimora saltuaria
anche del grande scienziato e viaggiatore, il gesuita Bortolo di
Panigai).
L’edificio,
strutturato a ferro di cavallo, aveva anche un secondo prolungamento
che giungeva di fronte alla chiesetta di S. Giuliano. L’antico
castello venne ristrutturato più volte, assumendo nella seconda metà
del ‘700, dopo l’abbattimento dei due torrioni laterali, la
fisionomia dell’attuale villa Ovio. Tipica villa veneta, è immersa
in un grande parco circondato da antiche mura. E’ caratterizzata
dal corpo centrale sovrastato dal timpano e da due ali laterali
simmetriche, di cui la destra è rimasta incompiuta, mettendo così
in luce elementi rinascimentali.
La facciata presenta
un ampio portuale e tre ordini di finestre coi tipici poggioli
balaustrati al primo piano. All’interno è affrescata e arredata, e
particolarmente degna di nota è l’antica cucina mantenuta
rigorosamente nella veste originale. In questa villa sono conservati
libri e documenti antichi, numerose mappe del territorio, nonché
quella dell’antico castello e gli statuti che i nobili di Panigai
emanarono nella prima metà del ‘700, come regolamenti dell’ordine
pubblico.
Lateralmente a
sinistra, prima di giungere a villa Ovio, si erge la piccola chiesa
di San Giuliano, fatta costruire dai Panigai nella seconda metà del
‘400, quando ormai il Friuli era sotto il dominio della
Serenissima, nei confronti della quale i Panigai si dimostrarono
decisamente più fedeli che ai Patriarchi aquileiesi, dai quali
avevano ricevuto primariamente le investiture, poi completamente
rinnovate dal doge Francesco Foscari.
Dopo tale rinnovo
sorse la chiesetta di S. Giuliano. Essa viene datata tra il 1490 e il
’99. E’ composta da un’aula rettangolare con presbiterio
quadrato e campanile incorporato nell’edificio.
Di notevole
rilevanza storico-artistica sono gli affreschi all’interno,
anch’essi risalenti al tardo ‘400 e attribuiti ad alcune
maestranze locali del Bellunello.
Sul pavimento vi è
la grande pietra tombale dei Panigai e attorno alla chiesa il piccolo
camposanto.
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